L’edilizia è uno dei settori con l’impronta ecologica più grande; basti pensare che per
ottenere una tonnellata di cemento viene prodotta una tonnellata di CO2.
La svolta verso un’edilizia che consumi meno risorse e meno suolo è oggetto di un
dibattito vivo tra gli addetti al lavoro, nelle scuole e che tocca sempre di più anche
chiunque si appresti a costruire ex novo o a riattare un edificio esistente.
Le vie percorribili sono molteplici: prediligere materiali riciclati o con un minore impatto
ambientale, come il legno o isolanti non derivati dal petrolio, scegliere sistemi costruttivi
più flessibili e riutilizzabili, durevoli.
Una delle soluzioni più incisive è il riuso degli edifici esistenti, attraverso la ristrutturazione o la trasformazione per permetterne un nuovo utilizzo. Ciò consente di risparmiare suolo e
territorio, allungare la vita dei manufatti e non sprecare l’energia grigia immagazzinata
in essi, ovvero l’energia consumata per reperire i materiali e per realizzarli.
In questo campo la politica può fare molto, adattando la legge edilizia e le leggi pianificatorie per agevolare il riuso e la trasformazione dell’esistente, queste pratiche al momento incontrano molti ostacoli normativi e costi elevati.
Gli incentivi ora sono rivolti a soluzioni legate alla tecnica. Il sistema andrebbe
potenziato per favorire soluzioni architettoniche che contribuiscono a
diminuire i consumi di un edificio.
Le leggi odierne sono molto permissive quando si tratta di costruire ex novo, riguardano
aspetti quantitativi: distanze, altezze, indici, ma non riguardano la qualità di ciò che viene
realizzato.
Sono invece molto più restrittive quando si agisce su un edificio esistente. Basti
pensare alle difficoltà di intervenire nei nuclei, scelta invece che dovrebbe essere agevolata, mantenendo ovviamente come condizione necessaria la qualità architettonica.
Rivitalizzare i nuclei permette di densificare laddove sono già presenti i servizi e le
infrastrutture e di tramandare alcuni aspetti della nostra cultura. I nuclei si stanno spopolando, proprio a causa degli ostacoli, anche economici, riscontrati nel tentativo di ristrutturare un’abitazione o una vecchia stalla.
Far vivere i nuclei significa far vivere un senso di comunità, di quartiere, che nei progetti
di speculazione edilizia si fatica a creare, proprio a causa della configurazione del tessuto
edificato. La qualità degli spazi, che generano luoghi di incontro e comunità, dovrebbe
essere invece incentivata anche dalle normative.
Paola Falconi, Lodrino
Candidata 17, lista GISO, PS, FA
Architetta ETHZ