Articolo di Santiago Storelli apparso sulla Regione.
L’ondata verde che ha colpito la Svizzera durante il 2020 ha smobilitato la coscienza climatica della popolazione. Purtroppo però non è riuscita a far cambiare il modo in cui ragiona la classe politica. La revisione della legge sul CO2 posta in votazione questo giugno, infatti, poggia le basi non su un vero cambiamento nel modo di produzione ma su una riduzione dei consumi fatta pesare sulla popolazione. Questa riduzione dei consumi, inoltre, risulta inefficace. Infatti, molte persone delle fasce più basse di reddito non hanno la possibilità di cambiare il modo in cui si spostano e l’investimento in tecnologie più verdi risulta troppo oneroso. Allo stesso modo i voli arei non hanno alternativa, se non quella di spostarsi all’estero per partenze e arrivi (Malpensa è un esempio sufficiente), rendendo totalmente inutile, se non controproducente, la tassazione.
Per quanto riguarda i sussidi proposti, anche questi risultano fonte di disparità. Gli incentivi per il risanamento delle abitazioni non sono sufficienti a far accedere tutti e tutte a queste “svolte verdi”. Il risultato è quello di incentivare le fasce più alte di reddito, già in grado di affrontare questi investimenti, tramite sussidi pagati dalle fasce più basse che non sono in grado di finanziare un cambiamento a mezzi di trasporto e abitazioni.
Come Gioventù Socialista, e come giovani attenti al futuro e preoccupati dai grandi rischi del riscaldamento globale, chiediamo una vera revisione della legge sul CO2. Vogliamo un vero cambiamento nelle politiche che regolamentano il modo di produzione, una legge che vieti gli investimenti nei i settori più inquinanti della piazza finanziaria e una politica di razionamento delle risorse inquinanti che non si basi sulla tassazione dei più poveri e delle più povere.