Guerra, violenza, violazione dei diritti umani, persone costrette a fuggire dal proprio paese a causa di svariati conflitti. Queste sono notizie che purtroppo sono entrate a far parte della nostra vita quotidiana. Ciò che invece viene sottaciuto è la complicità della piazza finanziaria elvetica in tutto questo, ebbene sì grandi colossi svizzeri traggono profitti finanziando armamenti e creando situazioni di instabilità nelle zone di guerra del mondo. Si pensi che nel 2018 Credit Suisse, Ubs e Bns hanno investito almeno 9 miliardi di dollari statunitensi nella produzione di armi atomiche, il che equivale a 1’045 dollari per ogni cittadina e cittadino della Svizzera (studio Ican International Campaign to Abolish Nuclear Weapons). Tutto ciò è inammissibile. Il 29 novembre il popolo elvetico avrà la possibilità di rendere il mondo un posto migliore e maggiormente pacifico. Con l’approvazione dell’iniziativa “contro i commerci bellici” possiamo fermare la sofferenza di molte persone e affermare senza ipocrisia la lunga tradizione umanitaria svizzera. Infatti l’approvazione di tale iniziativa porterà al divieto di utilizzo di soldi svizzeri per finanziare i produttori di armi e frenare questo pericoloso business della morte. Pensare che nel commercio di armi circolino miliardi di soldi svizzeri è inaccettabile. Non è possibile che un paese neutrale come il nostro sia immischiato in questo tipo di commercio, tutto ciò ci rende complici nella distruzione di molte vite. Nella scorsa tornata di votazioni il popolo rossocrociato si è dimostrato solidale, ancora una volta dobbiamo ribadire con forza la volontà di lottare per un mondo migliore, con piccoli passi possiamo attuare un cambiamento significativo nella nostra società. Ascoltiamo il grido delle vittime di conflitti, fermiamo violenza e distruzione.
23.10.2020
-