Articolo di Federica Caggìa apparso il 1 febbraio 2022 sul Corriere del Ticino
Il 13 febbraio ancora una volta voteremo su una proposta di sgravi fiscali e, per il bene collettivo, sarà importante dire di NO alla modifica della legge federale sulle tasse di bollo (LTB). Questa modifica prevede di abolire la tassa di emissione, riscossa quando un’impresa aumenta il capitale proprio emettendo nuovi titoli, ma solo su importi a partire da un milione di franchi. Le perdite saranno di almeno 250 milioni di franchi all’anno.
Questi regali fiscali comportano numerose ingiustizie. Innanzitutto, soltanto lo 0.25% delle imprese svizzere ne beneficerebbe, vale a dire soprattutto le multinazionali e assolutamente nessuna piccola o media impresa. I 250 milioni persi per la collettività andrebbero in favore di pochissime aziende, proprio quelle che non hanno sofferto particolarmente a causa del covid. Inoltre, si tratta proprio di quelle imprese che tendono a reinvestire del mercato finanziario piuttosto che nell’economia reale e per questa ragione non creeranno maggiori posti di lavoro.
Un'altra ingiustizia grave che scaturirebbe dall’abolizione della tassa di emissione è che i partiti borghesi sono già pronti ad eliminare anche le altre tasse di bollo. Se questo accadesse, il settore finanziario sarebbe completamente esente da qualunque tipo di contribuzione. Le tasse di bollo infatti sono state inventate perché il nostro sistema fiscale impone gli scambi. Questo viene fatto attraverso l’IVA quando si tratta di acquisti di prodotti e servizi e attraverso le tasse di bollo quando si tratta di servizi finanziari. Sarebbe inammissibile che l’intero settore finanziario, che ha sempre fatto enormi profitti, smettesse completamente di versare i contributi. Infatti un caposaldo dell’unità nazionale è che ciascuno debba contribuire secondo le sue possibilità al benessere della Nazione.
Se tutte e tre le tasse di bollo fossero abolite, il buco alle finanze pubbliche sarebbe di 2.2 miliardi di franchi annuali. Gli effetti sull’economia sarebbero devastanti, perché il potere d’acquisto della classe media si ridurrebbe drasticamente. Quando mancano i finanziamenti a causa di regali fiscali, infatti, succedono sempre due cose. Una è che vengono aumentate le impose alla classe media, che rappresenta già il maggior contribuente in Svizzera. La seconda è che i servizi pubblici si deteriorano, il che obbliga le persone che lavorano a pagare di tasca propria per avere dei servizi decenti. L’impoverimento della classe media è dannoso perché, come sappiamo, l’economia va bene se la gente consuma tanto. La gente non può consumare tanto se si impoverisce per via degli sgravi fiscali.
Se c’è una cosa che gli sgravi fiscali favoriscono senza ombra di dubbio è la concorrenza fiscale internazionale, un fenomeno che consiste nell’abbassamento generalizzato delle tasse in tutti i paesi del mondo. La concorrenza fiscale al ribasso è molto deleteria perché accentua tutti i problemi descritti sopra e ne fa un vero e proprio circolo vizioso. Essa impoverisce quindi allo stesso tempo gli Stati e le persone che lavorano nelle diverse realtà nazionali.
È necessario mantenere le tasse di bollo perché le ingiustizie che conseguirebbero da un’eventuale abolizione sarebbero molteplici ed estremamente gravi. La classe media non può assumersi da sola tutto il carico fiscale della Svizzera e una diminuzione dei consumi sarebbe molto dannosa per la nostra economia già fragilizzata dalla pandemia. Non facciamoci fregare dall’abolizione della tassa di emissione, perché non porterà a nuovi posti di lavoro ma soltanto a nuovi regali fiscali.