Fabrizio Sirica ha presentato quale primo firmatario del gruppo socialista un'iniziativa parlamentare per chiedere maggior trasparenza nei finanziamenti alla politica. Ecco il testo:
Motivazione
La problematica
La problematica di fondo che viene messa al centro di questa iniziativa parlamentare è la relazione tra la politica e interessi specifici. La questione dei rapporti fra i poteri di natura politica, economica e ideologica riguarda qualsiasi società, uno dei criteri di civiltà e grado di democrazia delle stesse è la trasparenza con la quale questi rapporti possono essere osservati e controllati dai cittadini, oltre che i paletti che lo stato inserisce per regolarli.
Per gli elettori è infatti di fondamentale importanza poter conoscere quali legami ci sono tra interessi particolari e partiti, candidati o promotori di iniziative/referendum, questo permette loro di formarsi un’opinione compiuta. Mentre per le opposizioni politiche, oltre che per quel che viene definitvo il quarto potere (i media), essere a conoscenza di questi legami concede di svolgere con maggior attenzione il ruolo di controllori, affinché al centro delle decisioni politiche vi sia sempre l’interesse pubblico e non quello di pochi.
Lo strumento forse più importante in possesso dello stato è relativo all’inserimento di regole per rendere trasparenti i finanziamenti alla politica. Laddove vi è un finanziamento, in denaro o in natura, è palese che c’è un legame di interesse tra i due soggetti. Il finanziamento influenzerà il candidato o il partito? Il finanziamento è motivato da interessi ideologici o materiali? A queste e ad altre domande non si potrà mai rispondere compiutamente, ma avere informazioni trasparenti permette ai cittadini di farsi un’idea più precisa rispetto a queste questioni fondamentali.
In un periodo storico in cui si assiste ad una disaffezione rispetto alle istituzioni e al mondo politico, basti osservare il crescente astensionismo o il voto senza intestazione, fare un passo verso una reale trasparenza non è solo importante, ma è vitale.
A livello svizzero
La Svizzera è una delle poche democrazie occidentali a non avere delle regole riguardo al finanziamento della politica. Una situazione che ha portato il Consiglio federale ad essere ammonito e più volte richiamato dal GRECO (Gruppo di Stati contro la corruzione) e da organizzazioni no profit internazionali. Nel 2015, dando il proprio avviso negativo ad una mozione dei Verdi su questo tema, una delle argomentazioni che utilizzò il Consiglio Federale per giustificare l’assenza di regole fu il federalismo, portando gli esempi di cantoni come Neuchatel, Ginevra ed il Ticino, l’esecutivo nazionale sottolineò la possibilità legislativa dei cantoni in questo ambito.
Una risposta parziale e insufficiente che ha portato un gruppo di partiti e associazioni, guidati dal Partito Socialista Svizzero, a lanciare un’iniziativa popolare a livello federale e sulla quale potremmo essere chiamati a votare nel corso della legislatura 2019-2023.
A livello cantonale
In Ticino la Legge sull’esercizio dei diritti politici del 7 ottobre 1998 legifera, attraverso l’articolo 114 e 115, sul finanziamento dei gruppi politici e delle campagne elettorali cantonali. Più nello specifico, è previsto che i partiti e i movimenti politici comunicano annualmente alla Cancelleria dello Stato l’ammontare dei finanziamenti che eccedono la somma di fr. 10’000.- annua e l’identità dei donatori. Mentre per i candidati a elezioni, per promotori di iniziative e referendum sul piano cantonale è previsto che entro il termine di trenta giorni antecedente la data della votazione sia comunicato alla Cancelleria dello Stato l’ammontare dei finanziamenti che eccedono la somma di fr. 5'000 .- e l’identità dei donatori.
Sulla carta sembrerebbe quindi che la politica sia trasparente nei confronti dei cittadini ticinesi, i quali, con una richiesta alla Cancelleria dello Stato possono ottenere la lista dei finanziamenti dal 2000 ad oggi. Osservando la lista tuttavia viene più di un dubbio sul funzionamento e sul rispetto della legge. Da una breve analisi si possono evidenziare alcuni fatti di rilievo: dal 2000 ad oggi, in un lasso di tempo che ha visto ben 5 elezioni al Parlamento e al Governo, soltanto tre candidati (due al Parlamento e una al CdS, tutte e tre poi non elette) hanno annunciato un finanziamento superiore a 5'000 franchi. Mentre sono unicamente il PS, il PLR e l’UDC ad aver comunicato alla cancelleria finanziamenti superiori a 10'000 franchi (il PLR e l’UDC annunciano pure il versamento della quota parlamentare al partito; cosa che non occorre fare perché già nota provenendo dalla Stato e perché il gruppo non ha personalità giuridica).
È credibile affermare che partiti di Governo come la Lega e il PPD non abbiano mai ricevuto finanziamenti superiori a 10'000 franchi da persone fisiche o giuridiche? Può essere immaginabile che delle centinaia di candidati al Governo ticinese degli ultimi 19 anni, soltanto una persona ha ricevuto un finanziamento superiore o pari a 10'000 franchi?
È credibile raccontare che una campagna per il Consiglio di Stato che ha tappezzato per due mesi il cantone di cartelloni, riempito giornali e portali di inserzioni, che ha offerto decine di ricchi apertivi, sia stata finanziata solo con 40'000 franchi di personali e da qualche amico e familiare, senza donazioni superiori a 5'000 franchi, come avvenuto in un caso nell’elezione 2019?
Supponendo che tutto questo sia credibile, le modifiche che propongo qui sotto renderebbero lo scenario politico ticinese trasparente e fugherebbero ogni dubbio.
Personalmente però sono certo di poter affermare che vi sono tutti gli elementi per supporre che siamo dinnanzi ad una grave e perpetuata inosservanza della legge da parte di molti candidati, eletti e di partiti. Questo è possibile perché i due articoli di legge menzionati pocanzi si basano sull’autodichiarazione e pergiunta non prevedono nessun tipo di controllo.
Di fronte allo scempio, alla presa in giro di avere degli eletti e dei partiti di governo che non rispettano la legge (fatto che legittima e alimenta la sfiducia di molti cittadini nei confronti della politica) occorre agire!
Propongo pertanto che gli articoli 114 e 115 siano modificati inserendo:
- Il principio dell’ automatismo e non più dell'autodichiarazione;
art. 114 cioè che ogni anno tutti i partiti rappresentati in Gran Consiglio forniscano in cancelleria i propri conti specificando la fonte delle entrate;
art. 115 che 60 giorni prima del voto i candidati al CdS, i promotori di iniziative e referendum presentano il proprio preventivo con fonte delle entrate e uscite - La verifica e il controllo;
sia per l’art. 114 che per il 115 inserire che un organo dello Stato svolga il ruolo di verifica e controllo, in maniera da appurare la veridicità della documentazione consegnata;
art. 115 gli eletti, così come i vincitori di iniziative e referendum, entro 30 giorni dopo il voto consegnano il consuntivo dettagliato della campagna - L’inasprimento delle sanzioni;
per l’art. 115 un candidato che non ha rispettato questa legge prioritaria per la credibilità delle istituzioni deve poter essere esautorato dal suo ruolo; l’attuale sanzione appare talmente blanda da non costituire un effetto dissuasivo
A nome del gruppo socialista
Fabrizio Sirica, PS, primo firmatario