Articolo di Thomas Salati apparso il 21 settembre su Tio.ch
Oggigiorno le donne ricevono una rendita AVS equivalente ad un terzo rispetto a quella degli uomini e con questa riforma si vuole far perdere ad esse un intero anno di rendite, vale a dire 26'000 franchi.
Oltretutto le donne subiscono ancora oggi, nel 2022, una grandissima disparità salariale e il parlamento non solo non intende risolvere questa disuguaglianza ma intende pure aumentare ancora di più la discriminazione sessuale subita quotidianamente dalle donne aumentandone l’età di pensionamento senza considerare minimamente, oltre alla già citata disparità salariale, l’enorme lavoro domestico non retribuito che svolgono ogni giorno.
Questo è inaccettabile!
Inoltre il parlamento sta già pianificando l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni per tutt*: se questa riforma dovesse essere approvata alle urne questo sarebbe il prossimo passo parlamentare; questo innalzamento pensionistico risparmierebbe unicamente le persone con un alto reddito poiché potrebbero permettersi di andare in pensione anticipatamente, a differenza del ceto medio basso.
Già al giorno d’oggi tantissime persone fanno molta fatica ad acquistare ciò che è necessario per sopperire ai fabbisogni basilari, come per esempio i generi alimentari, e aumentare il costo della vita innalzando le aliquote dell’IVA, oltre a peggiorare una situazione già precaria, non ha nemmeno senso quando ci sono imprese come la Banca Nazionale Svizzera che produce annualmente utili miliardari che potrebbero finanziare l’AVS molto meglio di un ennesimo aumento dell’IVA.
Per tutte queste ragioni invito tutti e tutte a votare NO alla Riforma AVS21!