Nel 1995 è entrato in vigore l’articolo 261bis che definisce punibile, tramite pena detentiva sino a 3 anni o pena pecuniaria, qualsiasi comportamento pubblico d’incitamento all’odio o alla discriminazione contro una persona o un gruppo di persone per la loro razza, etnia o religione. L’articolo definisce punibili pure propagande pubbliche di calunnie, come qualsiasi parole, scritti, immagini, gesti contro la dignità umana di persone per la loro razza, etnia o religioni. Un articolo importante per la protezione dalla discriminazione razziale che fornisce un chiaro quadro giuridico.
L'odio contro lesbiche, gay e bisessuali è ora permesso impunemente. La prossima domenica 9 febbraio abbiamo l’opportunità di estendere la legge antirazzismo, per includervi anche l'orientamento sessuale con l'obiettivo di proteggere lesbiche, gay e bisessuali dall'odio e dalle discriminazioni. Gli attacchi pubblici all’orientamento sessuale saranno quindi vietati esattamente come già avviene per le discriminazioni basate su motivi religiosi, razziali o culturali. La nostra Costituzione Svizzera garantisce la dignità umana. Attaccare delle persone sulla base del loro orientamento sessuale significare violare la dignità umana. Inoltre questi attacchi danneggiano il benessere e la qualità di vita di lesbiche, gay e bisessuali, come pure la serenità della loro sfera famigliare e la loro rete sociale d’amicizia.
Questi attacchi pubblici fanno male all’intera società e al suo progresso sociale e culturale. L’odio divide, ferisce e va punito. La lotta all’odio va portata avanti votando SÌ alla protezione giuridica di lesbiche, gay e bisessuali dagli appelli pubblici all'odio e alla discriminazione il prossimo 9 febbraio.
Articolo di Lisa Boscolo
consigliera comunale GISO Bellinzona
06.02.2020