“Uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore.”
Questo è l’articolo sulla parità salariale contenuto nella costituzione, il documento fondamentale di una società giusta ed egualitaria, dove sono scritti gli “oneri e gli onori” che tutte le cittadine e i cittadini dovrebbero rispettare. Si può dunque pensare, visto l’articolo, che non esista più disparità, discriminazione o misoginia, perché in una società democratica ed egualitaria queste non dovrebbero essere tollerate e nemmeno lontanamente immaginabili. Purtroppo non è così. In Svizzera, secondo l’UST (dati del 2020), le donne mensilmente guadagnano in media il 18% in meno rispetto agli uomini (traducibili nella cifra di 1’500 CHF) Il 52% di questa differenza è ingiustificato (non si parla, quindi, di fattori come la posizione professionale, gli anni di servizio o il livello di formazione) e può essere quindi riconducibile a una discriminazione puramente basata sul genere. Dinamica che sposa perfettamente la tesi in cui la nostra società è maschilista e sessista e dove il capitalismo ne è il principale fautore.
Analizziamo altri dati, sempre dell’UST: nel 2020 la differenza salariale nel settore pubblico (Confederazione, cantoni e comuni) ammontava al 15% (1’373 CHF), ovvero un enorme schiaffo all’articolo costituzionale sopracitato, a me e alla GISO, che rivendica da sempre la parità di genere. A questo punto, sorge quindi spontanea una domanda: come è possibile che tutto ciò accada? Come fa a succedere in uno Stato che vanta tanto la sua democrazia, la sua uguaglianza e dove i diritti sono garantiti a tutte e tutti?
Lo Stato dovrebbe essere il primo ad abbattere queste disuguaglianze, dando il buon esempio e mandando un messaggio di speranza e di giustizia. Trovo assurdo che si debba parlare di questo ancora oggi e soprattutto che si arrivi a dover parlare di dare esempio quando si tratta di diritti che stanno alla base della dignità umana.
La GISO crede che ci sia la necessità di attuare un cambiamento e per questo lotta fino a in fondo per raggiungere l’obiettivo: giustizia di genere, giustizia sociale e parità.
di Samuele Santoro, GISO