La libertà di migrare: accoglienza e partecipazione

05.12.2023 - Samuele Torrisi

Articolo di Samuele Torrisi in occasione della prima domenica dell'avvento GISO

Già prima che ci fossero i continenti, e con loro tutte le Nazioni che compongono la terra così come la conosciamo adesso, il concetto di migrazione era già esistente. Si pensa che l'Homo Sapiens iniziò a migrare già 120 mila anni fa partendo dall'Africa per scoprire posti nuovi. Dopo questa piccola parentesi introduttiva, mi sembra chiaro che il genere umano fin dalle origini è sempre stato migrante. Mi chiedo, quindi, come mai nel 21° secolo la gente straniera viene ancora vista come un problema? Ma soprattutto, perché esistono categorie diverse di migranti? Queste domande mi risuonano in mente ogni volta che sento parlare di migrazione. Anch'io sono un migrante, ma faccio parte di quella categoria di stranieri privilegiati, provenendo dalla vicina Italia. La propaganda xenofoba, razzista e conservatrice che sta portando l'estrema destra a dominare nei governi di tutta Europa è veramente preoccupante. È risaputo che la gente straniera se ben integrata, se si sente valorizzata dallo stato in cui decidono di andare, può dare tantissimo in termini di lavoro, di nuove culture, di nuove esperienze da poter raccontare a chi, invece, nasce in condizioni privilegiate (ricordiamo che nessuno può scegliere dove e da chi nascere). Invece discriminare le persone straniere genera soltanto un odio smisurato. Provate a pensare di trovarvi in un'altro posto nel mondo e sentirvi giudicati da cose che non si possono cambiare: nessuno può cambiare il suo colore di pelle, nessuno deve dimenticare le sue origini e nemmeno può cambiarle. Gli esponenti di estrema destra dovrebbero provare a mettersi nei panni di quelli come me, che hanno lasciato il proprio paese per seguire dei sogni, per andare a vivere con la o il partner, e sentirsi giudicato ed etichettato come portatore di povertà e delinquenza. A me è successo anche presso degli enti pubblici, dove non appena sentivano il mio accento iniziavano a parlare in dialetto per mettermi in difficoltà e farmi sentire solo e magari malinconico di essere venuto in Svizzera. Credo che sia arrivato il momento che tutti i partiti di sinistra inizino a fare qualcosa di concreto per le persone straniere che arrivano in Svizzera, soprattutto per quelle che non hanno modo di difendersi. Per un istante provate anche voi a pensare di vivere in un paese per tanti anni, e non poter partecipare alla vita politica nel posto in cui risiedete, lavorate e pagate le tasse, non poter votare per un'iniziativa o per un referendum, non poter decidere da chi volete farvi rappresentare. Non vi dico la frustrazione che si prova. Per questo spero in una buona riuscita dell'iniziativa per la democrazia e che i cittadini e le cittadine riescano a coglierne fino in fondo il senso. Che a differenza di quello che dicono i partiti di destra non vuole 'regalare' la cittadinanza svizzera, ma vuole soltanto rendere più accessibili le procedure, che ad oggi risultano essere lentissime e molto complicate tra esami da sostenere e corsi da seguire. L'iniziativa per la democrazia prevede che le persone straniere residenti in Svizzera da cinque anni, che non abbiano subito nessuna condanna e che parlino una delle lingue nazionali, possano richiedere la naturalizzazione. In questi cinque anni persone straniere hanno modo di integrarsi, di conoscere il sistema politico svizzero e di imparare una delle lingue nazionali. Fare politiche sempre più restrittive sulla migrazione non porta nessun vantaggio, anzi rischia di compromettere gli equilibri del paese. La gente deve essere libera di andare dove vuole, di viaggiare, di inseguire i propri sogni senza che nessun politico o politica e nessuno Stato possa mettere delle barriere ai confini: la libertà di migrare deve essere un diritto garantito a tutte le persone!