Interessante articolo di Mattia Veroni apparso il 19 febbraio 2021 sul Corriere del Ticino. Votiamo NO il 7 marzo!
Indonesia, l’accordo e il sistema che non va
Il 20/12/2019 le camere federali hanno approvato l’accordo di libero scambio con l’Indonesia: contro questo trattato è stato chiesto il referendum e per volere dei 56000 firmatari, Il 7 marzo siamo chiamati a esprimere la nostra opinione e vorrei offrire degli spunti di riflessione:
Partendo dalle conseguenze ambientali, l’Indonesia dipende dalle energie fossili ed è uno dei principali emettitori di CO2 al mondo. La maggior parte di questo gas serra è attribuibile alla coltivazione intensiva di olio di palma e ogni anno, foreste e torbiere bruciano in Indonesia perché il fuoco è il modo più economico per fare spazio a nuove piantagioni. Nel 2019 sono stati distrutti 300000 ettari di terra, un'area più vasta del Canton Ticino.
Le coltivazioni aggravano le condizioni di vita anche di chi non ci lavora, inquinando acquedotti con pesticidi e consumando acqua in modo eccessivo: una grande minaccia per l’approvvigionamento idrico, diritto fondamentale che rischia di essere calpestato da quest’industria. Molti posti di lavoro sono stagionali e i salari sono bassi: Fonti rivelano che gli stipendi annuali variano da 100 a 230 dollari statunitensi in cinque piantagioni certificate RSPO che forniscono, tra gli altri, Nestlé.
L’economicità dell’olio di palma causerà molte difficoltà agli agricoltori elvetici: 2 Fr/Kg contro i 2,60 Fr/Kg degli oli indigeni!
Tutte le ragioni elencate sopra sono collegate direttamente al capitalismo e al consumismo eccessivo, elementi purtroppo caratterizzanti del periodo storico che stiamo vivendo. Il nostro stile di vita pende sul collo di milioni di persone come una gigliottina.
L’alternativa a prodotti esteri è prediligere l’agricoltura locale e i suoi prodotti, facendo gli interessi della nostra gente e dell’ambiente, aiutando i popoli costretti a lavorare in condizioni disumane, schiavi dell’imperialismo.
Spero che quest’articolo faccia riflettere, oltre che sul referendum e sulla legge, sul sistema che ci sta trascinando nel baratro.
Mattia Veroni, GISO Ticino