Chi come me era presente alla Conferenza cantonale del Partito Socialista del 7 settembre scorso sa che quella presentata dalla Direzione, messa in discussione e approvata con una larga maggioranza dai membri di partito presenti, è una scelta seria e ben ponderata, che mira a portare una vera alternativa alla maggioranza borghese presente nei banchi politici del Cantone. Un’alternativa più che mai necessaria per rispondere alle crisi sociali e ambientali che stanno mettendo a repentaglio il nostro futuro e che sono frutto di una politica volta al guadagno, al liberismo e allo sfruttamento delle risorse umane e ambientali. Un’alternativa in cui non solo la base dei due partiti coinvolti ma anche coloro che si aspettano un cambiamento sociale e culturale del Cantone sapranno identificarsi. Perché più che un’ampia scelta di nomi le persone si aspettano un chiaro indirizzo su cui poter contare.
Ecco, quindi, che in una trattativa focalizzata sugli obiettivi e non sui nomi il Partito Socialista ha il coraggio di collaborare con I Verdi in maniera paritaria, spartendosi due posti a testa e trovando il quinto di comune accordo, al di fuori delle logiche partitiche, ma pur sempre tenendo conto della linea comune. Seguendo la stessa logica di chiarezza i due posti socialisti vengono suddivisi in uno per una candidatura d’esperienza e uno per una candidatura di rinnovamento. Una scelta a mio avviso sensata, che darà alle persone aventi diritto di voto la possibilità di eleggere una persona socialista conosciuta ed esperta, su cui si sa di poter contare, ma anche di apprezzare un volto socialista più nuovo e che nel dibattito elettorale saprà dare voce alle e ai giovani, che sono il nostro futuro e che meritano fiducia e spazio anche a livello politico.
Questa scelta tiene poi chiaramente anche conto del fatto che in un governo in cui si è (probabilmente) gli unici ad avere un Consigliere di Stato uscente bisogna innanzitutto assicurarsi quel prezioso posto. Questo si riesce a farlo solo rimanendo uniti e non con lotte interne. Punto saldo per i vertici rosso-verdi e per la stragrande maggioranza dei presenti alla Conferenza cantonale del PS, ma che purtroppo non è ancora ben chiaro a chi in questi giorni sta alimentando la lotta sui nomi senza pensare all’obiettivo comune. Il mio auspicio è quindi quello che dopo il Congresso cantonale del 13 novembre, indipendentemente da chi sarà la candidatura di esperienza e quella di rinnovamento, ci si riesca a rifocalizzare sull’unico vero obiettivo e cioè quello di portare assieme un vero cambiamento per questo Cantone, un cambiamento che molti si aspettano.
Opinione di Nancy Lunghi, Municipale PS a Locarno, apparsa sul Corriere del Ticino il 26 ottobre