Il titolo controverso potrebbe far credere che io sia la pecora nera nelle fila della sinistra ticinese, ma non è così: io sono ambientalista, ma lo sono per puro senso di sopravvivenza. Il pianeta, infatti, potrebbe tranquillamente sopravvivere a un innalzamento di svariati gradi della temperatura e, nonostante che tante specie animali si estinguerebbero, moltissime forme di vita sarebbero facilmente in grado di adattarsi. La specie umana, purtroppo e per fortuna, non è però in grado di farlo. I problemi dovuti ai cambiamenti climatici, infatti, porteranno a drastici cambiamenti nella nostra quotidianità (decisamente più drastici rispetto a quelli necessari per evitare il Global Warming). La riduzione delle terre emerse e la conseguente ondata migratoria, le forti ondate di caldo che durante i mesi estivi causeranno la morte di molti anziani o, più semplicemente, la mancanza di neve sulle nostre montagne e nelle stazioni sciistiche sono tutti scenari orribili, e tra poco sarà tardi per scongiurarli! Non possiamo aspettare perché non c’è più molto tempo per agire, dobbiamo seguire le indicazioni della comunità scientifica, supervisionati da uno Stato che metta al primo posto della sua agenda la salvaguardia della nostra esistenza sul pianeta Terra. Non c’è da discutere o politicizzare: il Ticino (come il resto del mondo) deve ridurre le emissioni di gas serra; ogni altra strada intrapresa dai governi mondiali deve essere considerata come un tentativo di eutanasia della razza umana. Gli studenti lo hanno capito e si stanno attivando per fare pressione sui “vecchi politici”, sosteniamoli! A iniziare dallo sciopero mondiale per il clima, in programma quest’oggi.
Articolo di Santiago Storelli apparso su La Regione
16.03.2019