Ecco il primo articolo del nostro calendario dell'avvento femminista: durante le quattro domeniche dell'avvento pubblicheremo ogni volta un nuovo articolo, partendo da una citazione di quattro femministe importanti del 20esimo secolo. Ecco il primo articolo del nostro membro Yannick Demaria:
“Le donne hanno due scelte: o sono femministe o sono masochiste.” (Gloria Steinem)
Nel 1966 Nina Simone pubblicava Four woman, una canzone potentissima, che le costò molte critiche anche all’interno della comunità, perché denunciava tutte le contraddizioni del sessismo e la doppia discriminazione subita.
Quattro donne: Sarah, con la schiena piegata dalle angherie, ma non definitivamente spezzata; Siffronia, figlia della violenza sessuale dell’uomo bianco; Sweet Thing, una giovanissima prostituta per necessità; Peaches, cosciente e combattente, che non è più disposta a subire.
Nel 1924 Ida Cox scriveva Wild Woman, una dolorosa canzone che denunciava le violenze e le sopraffazioni della società maschilista, invitando a reagire con forza e autodeterminazione: Wild women don't worry, wild women don't have their blues.
Con Respect, Aretha Franklin nel 1967, rielaborando un testo di Otis Redding, cantava il suo orgoglio femminile di coraggiosa donna nera che non aveva il minimo timore nel far sentire la sua voce, in un’epoca in cui femministe e afroamericani manifestavano un desiderio di rivalsa, combattendo contro tutte le restrizioni sociali.
Questa canzone straordinaria rimane un inno attualissimo, ritmato, sensibile, intimo e profondo: un invito a lottare sempre e ovunque nella difesa e nella conquista dei diritti di tutti.
Respect.
Quello dei diritti delle donne è uno dei temi più caldi della nostra società, che grida all’uguaglianza tra sessi (e generi) e ambisce, formalmente, alle pari opportunità, senza poi realizzarle pienamente nella vita pubblica e in quella privata.
È urgente la realizzazione di un’assoluta parità salariale, di pari opportunità e lottare contro qualsiasi forma di discriminazione.
La frase dell’attivista statunitense Gloria Steinem ci immerge necessariamente nel più stretto presente asserendo che, per una donna, considerate le condizioni di disuguaglianza presenti nella società, non ci sono alternative all’affermazione forte dei propri diritti, sia a livello istituzionale, sia nei rapporti sociali o strettamente familiari.
Storicamente, oggi più che mai, rispettare se stessi significa esigere rispetto; non farlo è necessariamente masochismo.
Se pensiamo che le violenze sessuali sulle donne e perfino le uccisioni delle donne da parte dei loro compagni sono drammatica cronaca quotidiana anche in Europa, ben si comprende che tutti siamo chiamati ad un tempestivo ed energico impeto di indignazione e di responsabilità collettiva.
Le recenti e le prossime manifestazioni ci devono indicare la strada!
Yannick Demaria