GISO e PS uniti per i diritti dei sans-papiers

12.03.2018

La Gioventù Socialista Ticino (GISO) e il Partito Socialista (PS) hanno presentato oggi due atti parlamentari sui diritti dei sans-papiers: l’interrogazione della Gioventù Socialista tematizza le difficoltà dei giovani sans-papiers ad accedere all’apprendistato, mentre la mozione presentata da Gina La Mantia e Carlo Lepori chiede una loro regolamentarizzazione sul modello ginevrino “Operation Papyrus”.
In Svizzera vivono migliaia di giovani senza un permesso di soggiorno valido. Al termine del loro percorso scolastico obbligatorio si ritrovano in un vicolo cieco: la maggior parte non ha conoscenza del paese d’origine dei propri genitori e non ne parla la lingua. Malgrado ciò non hanno accesso a un posto d’apprendistato o di lavoro nel Paese che li ha formati. È nell’interesse di tutti i coinvolti – il giovane stesso, la sua famiglia, la società e lo Stato svizzero – garantire un’integrazione professionale il più armoniosa possibile a queste persone. Le autorità federali ne sono consapevoli e hanno adattato negli scorsi anni la relativa ordinanza federale, al fine di permettere ai giovani che hanno trovato un posto d’apprendistato di richiedere un permesso di dimora valido per la durata dello stesso. Permesso che si può però solo chiedere a determinate condizioni, ossia aver frequentato almeno cinque anni di scuola in Svizzera, parlare una lingua nazionale ed essere integrati.
Dato che un diritto al rilascio del permesso non sussiste nemmeno in questo caso e che il respingimento della domanda può implicare l’allontanamento del giovane e della sua famiglia, il numero di richieste è sinora ben inferiore a quanto stimato in precedenza. La Segreteria di Stato della migrazione constata quindi l’inefficacia della misura e propone di trovare delle alternative.
La Gioventù Socialista Ticino ha dunque presentato tramite Ivo Durisch un’interrogazione che chiede se il Consiglio di Stato concorda con il bilancio negativo della misura implementata e sta elaborando un’alternativa nel margine di manovra garantito ai Cantoni. Come Gioventù Socialista Ticino non possiamo accettare passivamente che vi siano giovani a cui viene negato un futuro professionale e quindi anche la possibilità di una vera integrazione sociale e di un’autorealizzazione personale, per il solo motivo che non dispongono di un permesso di soggiorno.
L’approccio presentato dai deputati socialisti Gina La Mantia e Carlo Lepori, oltre al problema dell’accesso all’apprendistato, permetterebbe più generalmente di risolvere anche le discriminazioni, lo sfruttamento e la marginalizzazione sociale a cui sono esposti i sans-papiers. Sulla base del modello ginevrino “Operation Papyrus”, la mozione proposta dai due deputati socialisti chiede infatti di regolarizzare lo status legale di queste persone e di attuare una serie di misure fiancheggiatrici a loro tutela.
Trovate qui sotto il testo dell’interrogazione presentata da Ivo Durisch per la Gioventù Socialista e la mozione di Gina La Mantia e Carlo Lepori:
1 – Interrogazione presentata da Ivo Durisch per la Gioventù Socialista

Diritto alla formazione professionale per i giovani sans-papiers


Nel suo rapporto del 2015 la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) stima il numero di sans-papiers provenienti da stati terzi, ossia non facenti parti dell’Unione Europea e dell’Associazione europea di libero scambio, tra 58'000 e 105'000, di cui il 12% minorenne. Cifre importanti per un paese come la Svizzera con una popolazione di soli 8,5 milioni.
Seppur il diritto svizzero non preveda regolamentazioni specifiche per queste persone, dato che per la legge non esistono, numerosi diritti fondamentali tutelano tutte le persone residente nel nostro paese, indifferentemente dal loro stato di soggiorno. Uno di questi diritti è quello ad un'istruzione scolastica di base sufficiente e gratuita, ancorato nella Costituzione federale. Nel corso dell’ultimo decennio è andato delineandosi un miglioramento per quanto riguarda l’atteggiamento delle autorità nei confronti dei sans-papiers minorenni, cercando di facilitare il loro accesso alla scuola.
Più difficile è invece la situazione concernente la formazione professionale dopo la scuola obbligatoria. Anche nel caso in cui un giovane sans-papier trovi un posto d’apprendistato, egli non può firmare il contratto in quanto non dispone del permesso di lavoro necessario.
Dal 2013 è in vigore una modifica della relativa ordinanza federale, che permette ai giovani che hanno trovato un posto d’apprendistato, a patto che abbiano frequentato almeno cinque anni di scuola in Svizzera, che parlino una lingua nazionale e che siano integrati, di sollecitare un permesso di dimora valido per tutta la durata dell’apprendistato. Non sussiste tuttavia un diritto al rilascio del permesso e il rigetto della domanda può implicare l’allontanamento del giovane e della sua famiglia. Un rischio di cui si deve essere consapevoli. Dopo tre anni dall’entrata in vigore di questa ordinanza il bilancio da parte della SEM è negativo: il numero di richieste è limitato a 15. Dal divario tra le richieste potenziali stimate e quelle effettivamente depositate emerge che per i giovani sans-papiers desiderosi di accedere a un apprendistato sussistono eccessivi ostacoli e che occorre pertanto una nuova soluzione, constata il rapporto della SEM.
Facendomi portavoce delle richieste della Gioventù Socialista che ha approfondito il tema con la presente interrogazione chiedo al lodevole Consiglio di Stato:
  • Il Consiglio di Stato dispone di stime sul numero di sans-papiers minorenni presenti in Ticino?

  • Quante sono state le richieste di soggiorno da parte di giovani sans-papiers che hanno trovato un posto d’apprendistato? Quante di esse sono state approvate dal Cantone?

  • Dato che non sussiste un diritto al rilascio del permesso e il respingimento della domanda può causare l’allontanamento del giovane e dei suoi famigliari, il Consiglio di Stato non ritiene si tratti di uno "specchietto per le allodole", ossia una misura inadatta al suo scopo di facilitare l'accesso agli apprendistati per i giovani sans-papiers?

  • Cosa intende fare il Consiglio di Stato per facilitare l’accesso all’apprendistato per i giovani sans-papiers?


2 – Mozione presentata da Gina La Mantia e Carlo Lepori per il Partito Socialista

“Opération Papyrus” – da tentare anche in Ticino!


Secondo una recente ricerca scientifica[1] della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), in Svizzera sono presenti circa 75'000 sans-papiers. Per il Ticino le stime variano da 300 a 800 persone.
Queste persone, che vivono senza documenti e senza diritti, sono attive soprattutto nei settori quali l’economia domestica, l’edilizia e la ristorazione, dove il lavoro nero e il dumping salariale sono particolarmente diffusi.
Il Consiglio di Stato ginevrino ha lanciato un anno fa un programma pilota con l’accordo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e della SEM, denominato “Opération Papyrus” per la regolarizzazione delle persone prive di permessi di soggiorno[2].
Secondo questo progetto, può fare richiesta di regolarizzazione chi vive da almeno 10 anni in Svizzera (5 anni per famiglie con bambini), è sufficientemente integrato (conoscenze linguistiche) e contro cui non pendono precedenti penali o precetti esecutivi. Non si tratta quindi di una regolarizzazione collettiva.
Nel febbraio 2017 abbiamo chiesto al Consiglio di Stato (interrogazione 49.17, di Gina La Mantia e Carlo Lepori) se non ritenesse utile anche per Il Ticino un modello di regolarizazione simile dei sans-papiers. Specialmente per la lotta al lavoro nero e al dumping salariale.
Nella sua risposta del 16 maggio 2017, il Consiglio di Stato riteneva «che l'adesione al progetto pilota sperimentale del Canton Ginevra mal si adatta alla nostra realtà» e che «preferisce attendere l’esito del progetto ginevrino», privilegiando altre vie, sia per i casi di rigore, sia per la lotta al lavoro nero.
I primi risultati dell’operazione Papyrus sono stati presentati a fine febbraio dal Consigliere di Stato ginevrino Pierre Maudet e da Mario Gattiker, direttore del SEM: «Papyrus è un progetto a favore dell’interesse generale; permette alle persone di uscire dalla clandestinità e offre un mezzo di lotta contro il lavoro nero.»[3] In un anno è stata regolarizzata la situazione di 1093 persone, tra cui 244 famiglie, di cui 374 adulti e 412 bambini. Questo è un risultato importante per la vita di questi bambini, quando a livello federale si tende a mettere in dubbio il loro diritto all’istruzione e anche le aperture alla formazione professionale a loro rivolte non sembrano funzionare (cfr Interrogazione Giso).
Per questi motivi, ai sensi dell’art. 105 LGC, proponiamo che il Consiglio di Stato chieda alla SEM di poter realizzare anche in Ticino un progetto Papyrus, prevedendo pure le misure di accompagnamento ritenute necessarie.
[1] https://www.sem.admin.ch/dam/data/sem/internationales/illegale-migration/sans_papiers/ber-sanspapiers-2015-d.pdf
[2] https://www.ge.ch/document/brochure-papyrus/telecharger
[3] Tribune de Genève; https://www.tdg.ch/geneve/actu-genevoise/papyrus-deja-permis-regulariser-1093-clandestins/story/23942930