10.09.2015
Martedì 8 settembre è stata la giornata nazionale di mobilitazione a favore degli apprendisti. Alcuni nostri militanti si sono recati nelle scuole professionali ticinesi, l’obiettivo era sensibilizzare gli apprendisti rispetto ai loro diritti. Inserita nella campagna annuale a favore degli apprendisti, questa azione prevede una raccolta firme per la petizione e distribuzione di materiale informativo.
La giornata è stata un successo, con 4 scuole professionali visitate i giovani militanti hanno distribuito più di 500 volantini e parlato con decine di apprendisti. E se qualcuno si chiede “perché tutelare gli apprendisti?”, dovrebbe sapere che da un recente studio condotto da UNIA emergono diverse problematiche legate al percorso formativo dei giovani. Ad esempio, il 57% degli apprendisti viene regolarmente lasciato solo sul posto di lavoro. Più della metà dei giovani in formazione presta almeno una volta al mese degli straordinari. Ma la cosa non sorprende, considerando che i controlli in questo ambito sono pochi e le tutele pressoché inesistenti.
Il messaggio deve essere chiaro: l’apprendista non è forza lavoro a basso costo! Un percorso formativo ed educativo deve poggiare sul rispetto dei diritti del lavoratore. Forti di questa convinzione, per migliorare la situazione proponiamo: salari minimi, la creazione di una commissione tripartita, un miglioramento dei controlli e delle tutele, la possibilità di partecipare all’organizzazione dell’insegnamento, oltre che prevedere del tempo di lavoro da dedicare allo studio: chi ha fatto l’apprendistato sa quanto è difficile talvolta conciliare scuola e lavoro.
E quindi: fight for your right assieme alla GISO!
La giornata è stata un successo, con 4 scuole professionali visitate i giovani militanti hanno distribuito più di 500 volantini e parlato con decine di apprendisti. E se qualcuno si chiede “perché tutelare gli apprendisti?”, dovrebbe sapere che da un recente studio condotto da UNIA emergono diverse problematiche legate al percorso formativo dei giovani. Ad esempio, il 57% degli apprendisti viene regolarmente lasciato solo sul posto di lavoro. Più della metà dei giovani in formazione presta almeno una volta al mese degli straordinari. Ma la cosa non sorprende, considerando che i controlli in questo ambito sono pochi e le tutele pressoché inesistenti.
Il messaggio deve essere chiaro: l’apprendista non è forza lavoro a basso costo! Un percorso formativo ed educativo deve poggiare sul rispetto dei diritti del lavoratore. Forti di questa convinzione, per migliorare la situazione proponiamo: salari minimi, la creazione di una commissione tripartita, un miglioramento dei controlli e delle tutele, la possibilità di partecipare all’organizzazione dell’insegnamento, oltre che prevedere del tempo di lavoro da dedicare allo studio: chi ha fatto l’apprendistato sa quanto è difficile talvolta conciliare scuola e lavoro.
E quindi: fight for your right assieme alla GISO!