La Gioventù Socialista Ticino si dichiara fortemente contro l'iniziativa "Per il pensionamento a 66 anni", lanciata dalla gioventù liberale-radicale.
Una proposta simile non può essere accettata. Specialmente in Ticino, il mercato del lavoro è già allo sbando tra agenzie interinali e padroni che preferiscono assumere manodopera italiana a basso prezzo invece di premiare l'impegno di migliaia di lavoratori/rici autocton*. Oltre questo, ogni giorno si riscontrano casi di discriminazione salariale e stipendi ben sotto la soglia necessaria per vivere una vita dignitosa.
È insultante che la rappresentanza borghese nella politica giovanile si permetta di proporre misure simili allo scopo di finanziare l'AVS, dopo aver passato decenni assieme ai loro corrispettivi "adulti" a cercare di picconare servizi simili. Quanto ancora deve essere chiesto al popolo svizzero prima che esso possa ricevere qualcosa in cambio?
Continua la solfa su cui la sinistra aveva messo in guardia da tempo; vengono sgravati i ricchi e i buchi nel bilancio vanno coperti col nostro sudore. Ricordiamo che, tanto per fare un esempio, l'implementazione della RFFA secondo il messaggio governativo priverebbe il Canton Ticino di oltre 150 milioni di gettito fiscale, e scenari molti simili si vedranno in tutti gli altri cantoni. Perché privarsi di questi fondi che potrebbero benissimo finanziare l'AVS senza il bisogno di lavorare fino a 66 anni?
Tutto questo va tenuto a mente assieme al fatto che un problema cronico del nostro paese è la difficoltà per le persone che sono oltre i 50 anni a rientrare nel mercato del lavoro dopo aver perso quello precedente per qualsivoglia motivo. La borghesia vuole che queste persone lavorino, ma non vuole doverle assumere. Un innalzamento dell'età pensionabile non farebbe che accentuare questo problema.
Il nostro appello al popolo rossocrociato è semplice; non cascate nella trappola tesa dai Giovani Liberali. Si tratta di un'iniziativa che nel complesso delle cose risulta di una stupidità disarmante, poiché in sostanza chiede a noi tutt* di lavorare più a lungo per poter finanziare altre tornate di sgravi fiscali e tagli al sociale. La domanda che ci poniamo noi è semplice: è più giusto che l'1% paghi quanto dovuto, o che il popolo si porti sulle spalle il peso necessario a impedirlo?
06.11.2019