Il Parlamento federale ha deciso durante la scorsa sessione di dicembre di consentire l'acquisto di nuovi aerei militari per un importo massimo di 6 miliardi di franchi svizzeri. Questo nonostante il popolo abbia respinto nel 2014 in modo netto l'acquisto dei Gripen per una spesa ben inferiore (3.1 miliardi di franchi).
L'acquisto dei nuovi velivoli militari sarebbe del tutto sproporzionato e andrebbe semplicemente ad ampliare un esercito già sovradimensionato, togliendo allo stesso momento importanti risorse finanziarie ad altri settori, quali la sanità o l'istruzione. Inoltre, la questione della sicurezza ha nel corso degli anni assunto nuove forme, difficilmente risolvibili tramite l'acquisto di nuovi aerei militari. D'altronde, la Svizzera possiede già un sufficiente numero di velivoli militari (basti pensare all'Austria, che ha un territorio doppiamente esteso rispetto al nostro, ma possiede soltanto la metà degli aerei) e non dovrebbe quindi puntare su questi per adempiere a dei semplici compiti di polizia aerea. Piuttosto che concentrarsi sul riarmo del proprio esercito, azione che peraltro rischia di inasprire le già alte tensioni internazionali, la Svizzera dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla sicurezza informatica e sulla lotta al terrorismo.
Un ulteriore punto che assolutamente non va dimenticato è il grande impatto che le istituzioni militari e, quindi, anche gli aerei da guerra, hanno sul nostro ambiente. La guerra e le esercitazioni militari sono infatti uno dei maggiori fattori inquinanti. Promuovere l'acquisto dei nuovi aerei in un periodo nel quale ampie fette della popolazione e i giovani rivendicano delle politiche più sensibili dal punto di vista ambientale è un vero e proprio insulto nei confronti di quelle persone.
Per i motivi sopra elencati, la Gioventù Comunista, la Gioventù Socialista, i Giovani Verdi e il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti hanno deciso di riattivare il comitato referendario formatosi nel 2014 contro l'acquisto dei Gripen (Comitato Ticinese Giovani Contro i Gripen) e di unirsi quindi in sostegno del referendum "No ai miliardi per gli aerei da combattimento" lanciato dal Gruppo per una Svizzera senza esercito.
07.01.2020