L'ipocrisia di chi vota Sì

24.02.2021 - Santiago Storelli

Un vero Leghista si sveglia tutte le mattine presto per ascoltare la lettura dei versetti della costituzione cantonale fatti risuonare dagli altoparlanti del palazzo delle Orsoline. Cinque volte al giorno si rivolge in preghiera verso Berna. Non consuma sushi o altri prodotti non nostrani. E, come scritto nei libri sacri della costituzione, obbliga la donna a scoprirsi per girare in pubblico.

Il quadretto descritto qui sopra, dipinto a inchiostro e ironia, rappresenta bene l’ipocrisia dei favorevoli al “divieto di dissimulare il proprio viso”. Propongono un’iniziativa, a detta loro per aumentare i diritti delle donne, e per farlo, impongono un codice di abbigliamento. Ci sentiamo superiori al Medio Oriente ma non lo dimostriamo. Con quest’iniziativa, infatti, abbiamo macchiato lo strumento della democrazia diretta sputando in faccia ai diritti fondamentali della costituzione. E se la prossima volta votassimo per la ghettizzazione dei musulmani? Per non farli più lavorare? Per non farli andare a scuola con i nostri figli? La storia insegna ma siamo pessimi allievi.

Quest’iniziativa, inoltre, non risolve nessun problema. Per le donne che subiscono violenza domestica e soprusi non cambierà niente, per il pericolo di terrorismo nemmeno, per la sicurezza neppure. Ma hey, potremo guardarci tutti in faccia, così magari continuiamo a non vedere i veri problemi no?

Votiamo tutti NO oppure dimostriamo che finché non li vediamo ignoriamo i problemi, che non ci interessano i diritti fondamentali della costituzione o la sovranità dei cantoni che hanno respinto quest’iniziativa, che siamo una nazione così matura che per evitare il “pericolo velo” ci diamo all’islamofobia.

In fondo in Ticino ha funzionato. Multata una decina di turiste ed arrestato un cosplayer travestito da Deadpool.