Calendario dell'avvento socialista - migrazione

04.12.2022

Articolo di Alessio Bontempi per il calendario dell'avvento socialista. Il primo tema trattato è la Migrazione.

Perché una persona abbandona la sua realtà, la sua casa, gli amici e le sue figlie? Come mai, pargoli, donne incinte e giovani con un futuro davanti sono disposti a rischiare la morte nel mediterraneo pur di arrivare nel vecchio continente?

Molte persone potrebbero rispondere che sono in cerca di fortuna economica, ma la realtà è molto più complicata e cupa.

La migrazione è, già dai tempi più remoti, un fenomeno naturale dell’essere umano; i cacciatori e i raccoglitori migravano per trovare nuove fonti di cibo, oppure, ai giorni nostri, molti giovani laureati fuggono dall’Italia con la speranza di venir valorizzati per ciò che sono. Si può migrare anche all’interno della propria nazione, esempi lampanti sono: la famiglia Joad di “Furore” uno dei massimi libri di John Steinbeck, e i ticinesi che provano a migliorare la loro qualità di vita nei cantoni germanofoni.

Ma quindi, se la migrazione viene antropologicamente considerata un fenomeno naturale, come mai i nativi diffidano o addirittura odiano questa fascia di persone? Si possono trovare delle somiglianze che accomunano questa paura dell’inforestierimento. Prima su tutte è la frase “Gli stranieri ci rubano il lavoro”, quando in realtà quest’ultimo non viene rubato, viene assegnato a seconda delle capacità del candidato. E se proprio si necessita un colpevole per la propria disoccupazione, va cercato negli imprenditori che sputano in faccia ai lavoratori e leccano i piedi al profitto.

L’iniziativa Schwarzenbach, sollecitata dall’omonimo politico nel 1970, chiedeva di limitare il numero di stranieri residenti non aventi la cittadinanza al 10% della popolazione. Fu bocciata in votazione popolare con uno scarto di appena 4 punti percentuali (All’epoca votarono 1.6 milioni di persone, solo uomini sopra i vent’anni). Il 46% era comunque una larga fetta di votanti, ma le successive 8 votazioni simili (tra il 1970 e il 2013) vennero tutte bocciate dal popolo elvetico. Il motivo di questi fallimenti della destra è anche una “crudele” realtà; ovvero che la Svizzera non può essere autosufficiente senza la manodopera dei frontalieri e degli abitanti non svizzeri

I nostri ospedali subirebbero una gravissima carenza di personale e i nostri edifici non verrebbero più edificati. Ho citato solo due dei settori con il numero più alto di lavoratori non elvetici, ma è abbastanza per dirci che noi possiamo aiutare loro come, in maniera speculare, loro possono aiutare noi.

Già al tempo dei primi lavoratori italiani, tra la popolazione circolavano indecenti calunnie quali “Importuneranno le nostre donne” oppure “Sono un pericolo per la pubblica sicurezza” ma queste sono solo congetture facilmente ritrovabili nell’istinto umano, infatti abbiamo paura di ciò che non conosciamo; temiamo il buio non per l’oscurità, lo temiamo perché non sappiamo cosa potrebbe celarsi al suo interno. Eppure loro sono esseri umani tali e quali a noi, ma spesso ci si dimentica che anche i ticinesi hanno patito lo stesso strazio di dover allontanarsi da casa, dalla zona sicura e familiare per cercare un lavoro oltre oceano.

Quelle frasi, a volte dette un po’ per ridere, altre con cattiveria, sono sopravvissute fino ai giorni nostri e hanno come vittime delle persone ancora più fragili degli abitanti dello stivale (Che in aggiunta vivevano in condizioni precarie). Siamo giunti al punto in cui nemmeno le persone che fuggono da morte certa vengono risparmiate dalle critiche che, nel 2022, dovrebbero esser state stigmatizzate.

Articolo 25 capoverso 3 della costituzione svizzera: nessuno può essere rinviato in uno stato in cui rischia la tortura o un altro genere di trattamento o punizione crudele o inumano. Aiutare le persone è per noi un dovere. Il fiero patriota svizzero che urla “tornate a casa” a queste persone infrange così un diritto fondamentale della nazione che tanto ama.

Come detto all’inizio, la migrazione è un diritto delle persone ed è un dovere degli ospitanti. Non bisogna permettere che uomini, donne e bambini muoiano in mare per ottenere una vita dignitosa; anzi, bisogna imperativamente agire come comunità europea per dar loro la dignità e il decoro di cui godiamo.

“Sì ma poi arrivano e non se ne vanno più” è un’altra bugia svenduta come oro colato dalla destra: chiunque, anche tu lettore, saresti felice di abbandonare tutto ciò che ami per salvare la tua vita? Non avresti nostalgia del tuo paese natale? Non speri di poter avere le tue liberà, diritti e annessi doveri direttamente seduto dalla poltrona sulla quale stai leggendo questo articolo?

Il Natale è alle porte, e io auguro con tutto il cuore che chiunque possa passarlo con un sorriso, augurando il meglio a qualsiasi essere umano.

Perché la sicurezza e la vita sono diritti inalienabili.