L’IMPOSSIBILE UGUAGLIANZA: -2 SETTIMANE ALLO SCIOPERO FEMMINISTA

30.05.2019

Articolo di Andrea Farioli per la nostra serie di articoli per il countdown allo sciopero femminista:
Il prossimo 14 giugno 2019 si terrà lo sciopero generale delle donne. Una forte presenza sarà essenziale per lottare contro le ingiustizie della società patriarcale contro gli individui di sesso femminile e, più in generale, contro tutti gli individui che non rispettano le norme di genere. La causa femminista non smette affatto di essere attuale, così come il bisogno di lottare per l’uguaglianza. Al giorno d’oggi le conquiste fatte negli anni passati rischiano di offuscare le reali discriminazioni di genere che, più insite e nascoste, continuano a dominare i meccanismi dei rapporti tra i sessi e la vita privata e pubblica delle donne, ma anche degli uomini e di coloro che non si conformano alla “norma” patriarcale in atto.
Nella società odierna, troppe rimangono le ingiustizie verso il sesso femminile. I nostri valori, che ci arrivano dal pensiero illuminista, sono l’uguaglianza tra gli individui e la libertà di ciascuno. Anche se sono discutibili sotto più angoli, questi ultimi rimangono largamente inattuati per quanto riguarda gli individui di sesso femminile. Se la nostra società si fonda dunque sull’universalità dei diritti, è inaccettabile che ancora oggi ci sia una disuguaglianza marcata tra i due sessi. Quest’ultima si traduce in una ripartizione non equa del lavoro – sia remunerato che domestico-, in una gerarchia che pone su un livello più alto i compiti socialmente attribuiti agli uomini e concentra così nelle loro mani la più parte del potere economico e della visibilità pubblica.
I ruoli assunti dai sessi nella società non sono affatto naturali, essi sono, al contrario, socialmente costruiti. È difficile identificare una causa che porta a questa costruzione dei due generi. In questo articolo cercherò di approfondire tre aspetti secondo me incisivi.
L’oggettificazione sessuale della donna resta oggi un fenomeno frequente. Si manifesta per esempio nel fatto che sono le vittime più frequenti di molestie e abusi a sfondo sessuale. Questo è sicuramente legato al modo in cui educhiamo i bambini e le bambine, che è diverso in funzione del sesso. La cultura in cui siamo cresciuti associa un ruolo ben preciso all’uomo e alla donna nell’accoppiamento. L’uomo come parte attiva, la donna passiva. L’educazione impartita alle giovani valorizza il controllo del corpo molto di più rispetto a quella impartita ai maschi della stessa età.
La socializzazione primaria ha un ruolo essenziale anche per quanto riguarda la divisione del lavoro, in particolare il fardello del lavoro domestico sulle spalle del “secondo sesso”. I bambini e le bambine, che dai primi stadi dell’infanzia imparano attraverso le immagini, associano quindi a qualcosa di naturale i ruoli assunti dai genitori. Vedere la propria madre e molte altre occuparsi dei compiti domestici, fa apparire queste attività come intrinseche alla categoria donna.
Se un passo fondamentale verso l’uguaglianza è migliorare il messaggio indirizzato ai più piccoli, un altro passo importante da fare è quello di cambiare il modo di parlare o perlomeno di scrivere. Il legame tra linguaggio e mentalità esiste ed il nostro linguaggio esclusivo non fa che perpetuare una visione androcentrica dell’ordine sociale.
Per tutte queste ragioni ribadisco l’importanza di una forte presenza allo sciopero generale. Impegniamoci affinché questa opportunità di denunciare un ordine sociale antiquato sia ricordata negli anni a venire! L’unione fa la forza, più numerose e numerosi saremo più le nostre chances di ottenere degli importanti passi avanti nell’ambito della parità saranno reali. Una partecipazione maschile sarà allo stesso modo auspicabile; in primo luogo per dare solidarietà alle nostre connazionali di sesso femminile, che portano sulle loro spalle il peso delle strutture sociali. In secondo luogo una partecipazione maschile è importante perché le strutture causanti la discriminazione sulle donne vanno in ambo i sensi e pesano, in misura minore, anche sugli uomini. In effetti la visione classica e virile dell’uomo porta per esempio al fatto che secondo il Codice Penale svizzero solo le donne possono essere vittime di stupro, discriminazione non trascurabile e assolutamente anacronistica. Una distruzione degli stereotipi di genere è necessaria per raggiungere la parità. Il 14 giugno rappresenta allora un’occasione storica per portare queste rivendicazioni nella speranza che un giorno ognuno abbia la possibilità di essere l’individuo che desidera nella nostra società. Al momento purtroppo non è così, ma dobbiamo lottare e impegnarci per conquistare la parità che ci spetta!