La canapa non è una priorità, sicuri?

15.11.2015

di Fabrizio Sirica, membro CIRCA


La cannabis non è un tema prioritario: ad affermarlo sono esponenti del granconsiglio interpellati dal quotidiano “la Regione”. In totale assenza di un’analisi o dei dati che supportino la loro tesi, mi chiedo se sia veramente così, e mi chiedo, è una reazione d’istinto, ideologica, o conoscono la questione?
Proviamo allora a fare un esperimento! Provo io ad aggiungere alle opinioni dei deputati qualche argomentazione.
Allora, Alex Farinelli avrebbe potuto completare così la sua frase: “non mi pare sia un tema prioritario, in Svizzera nel 2014 hanno fumato della cannabis, acquistata e prodotta illegalmente, soltanto 550'000 residenti. Tutte cifre che conosco, perché prima di rispondere ho approfondito il tema e letto i dati sul monitoraggio delle dipendenze, progetto dell’UFSP”. Pensate, avrebbe potuto insistere su questa linea e sottolineare che “non è certamente un tema prioritario per i giovani, infatti solo il 21% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni ha fumato nel 2014!”. Ha ragione Farinelli! Uno su cinque, che vuoi che sia! E ricordiamo che l’hanno acquistata da spacciatori, entrando potenzialmente in contatto con altre sostanze e con ambienti criminogeni. Una banalità, è vero.
Passiamo allora a Fonio e Dadò. Son certo che non hanno espresso una posizione impregnata di educazione cattolica, proibizionista, perbenista e giudicante. No, ovvio. Quando uno ha affermato di essere assolutamente contrario, e l’altro che ci sono problemi più urgenti, hanno probabilmente fatto un’analisi dal punto di vista della salute pubblica. Hanno scordato di dire: “solo il 91% dei campioni analizzati in Ticino sono risultati contaminati da metalli pesanti, pesticidi, muffa e batteri.”. Come dargli torto, i polmoni e il cervello di 1/5 dei giovani non sono una priorità.
Ma ad essersi espresso con una competenza sconfinante nell’autorevolezza è Bignasca jr. Il figlio d’arte, avrebbe potuto porre l’accento sulla sicurezza e sul lavoro, ed esternare: “i ticinesi hanno problemi più importanti, infatti il commercio illegale della cannabis frutta alla criminalità organizzata la misera cifra d’affari di 1 miliardo all’anno (in Svizzera). Soldi che regolamentando toglieremmo ai delinquenti, creando un migliaio di posti di lavoro indiretti. Che volete che sia: un quinto dell’attuale disoccupazione e milioni di gettito fiscale”.
Concludendo, esco da questo goliardico esperimento in cui provo a dare argomenti a risposte istintive, vuote, superficiali, con un auspicio: se non sapete nulla sul tema, fate una figura migliore ad ammetterlo, tacere e documentarvi. Solo allora dare giudizi. Perché con la scusa che “le priorità sono altre”, banalizzate un tema che tocca tutta la società sotto vari punti di vista (come avete iniziato ad apprendere). Così facendo screditate un lavoro di profonda analisi, portato avanti da giovani che offrono soluzioni pragmatiche ad un problema particolarmente sentito.