Il lavoro del Ventunesimo secolo fa male alla salute?

11.10.2019

I dati raccolti dall’Ufficio federale di statistica e dalla sesta indagine europea sulle condizioni di lavoro sono preoccupanti.
Nel nostro paese si lavora più a lungo che in quelli limitrofi, la settimana a tempo pieno è infatti di 42 ore contro le 39 della media europea. Non solo, una persona su 10 deve negoziare individualmente il suo contratto di lavoro, questo significa che la loro posizione è estremamente debole rispetto a quella dei datori di lavoro. Questo porta inevitabilmente a contratti più flessibili il cui impatto sulla salute è disastroso: i tempi di riposo diminuiscono e la pianificazione del tempo libero è praticamente impossibile. Più di sei dipendenti su dieci occupati/e in Svizzera dichiarano di lavorare per almeno un quarto del tempo a ritmi elevati (64.6%) o sotto pressione a causa delle scadenze da rispettare (62.8%) secondo la sesta indagine europea sulle condizioni di lavoro. Anche l’autonomia lavorativa è diminuita e di conseguenza le possibilità di sentirsi realizzati dal proprio lavoro; soprattutto per i giovani è sempre più difficile poter scegliere come svolgere le proprie mansioni, avere la possibilità di realizzare le proprie idee e gestire le proprie pause. Al contrario, sono in aumento le mansioni che richiedono un lavoro monotono e non stimolante. Il nervosismo sembra essere l’emozione più vissuta da svizzeri e svizzere sul posto di lavoro, esso è principalmente causato dal ritmo elevato e dalla pressione delle scadenze. Nel 2015 un quarto delle persone occupate in Svizzera dichiara di avvertire sempre o spesso stress sul lavoro. Le donne sono mediamente più sotto pressione degli uomini a causa delle discriminazioni di genere e delle attenzioni sessuali indesiderate. Secondo l’Ufficio federale di statistica, il 49% delle persone stressate sul lavoro ha la sensazione di essere svuotata emotivamente, questo è un possibile sintomo di burnout. Una persona su quattro in Svizzera non riesce a riposare durante la notte e si alza al mattino già stanca, meccanismo che intacca profondamente la salute fisica e psicologica di qualcuno.
Il consigliere di stato Konrad Graber (PPD) ha depositato, nel 2016, una richiesta di allentamento ulteriore delle norme sul lavoro, legittimando la sua posizione con le esigenze del polo industriale svizzero. L’Assemblea federale ha rimandato la discussione al 2021. Per proteggere la popolazione da rischi come il burnout, la depressione, l’ansia, l’abuso di sostanze e il suicidio è urgente intervenire sul mercato del lavoro e punire le pratiche aziendali irrispettose della dignità e dell’autonomia delle persone. Paradossalmente, in Parlamento si discute su come precarizzare ulteriormente il lavoro.