Il femminismo non è morto, i privilegi sono ancora nelle mani degli uomini

05.12.2021

Primo articolo del calendario dell'Avvento femminista 2021 di Matilde Peduzzi.

“Il femminismo non è morto, il potere è ancora nelle mani degli uomini.” cit. Erica Jong
È il 7 febbraio 1971, gli elettori (e non è un plurale misto) hanno deciso di concedere anche alle donne il diritto di esprimere la loro opinione. Ai tempi pareva una rivoluzione, un primo grande passo verso una società più paritaria.
Ma a 50 anni da questa rivoluzione, quali passi sono stati fatti in questa direzione?

In Svizzera non siamo ancora al livello di una Parità con la “P” maiuscola, c’è poco da fare: basti pensare alla scarsissima rappresentanza di donne nelle istituzioni (solo il 26,1% di Consigliere agli Stati), alla violenza di genere, ma anche alla discriminazione salariale, dato che mediamente una donna guadagna 1000 franchi in meno di un uomo.
Valorizzare e tutelare le donne come lo sono gli uomini, è il punto di svolta che manca nella nostra società: ne è un esempio il voto del 28 novembre 2021 sull’iniziativa popolare “Per cure infermieristiche forti”: il lavoro nel settore infermieristico è ricoperto per gran parte da donne, e votare sì a questa iniziativa è un segno di rispetto concreto nei loro confronti. Conoscere i problemi che vivono le donne, e porvi rimedio.
Anche una nuova legislazione in materia di abusi sessuali è necessaria: ne è un esempio il recente caso di Olten (SO), dove un giudice si è permesso di definire “blanda” la violenza sessuale che una giovane (ai tempi 17enne) ha subito da un ragazzo di 27 anni. 28 mesi (di cui solo 12 da scontare in carcere) per aver lacerato irreparabilmente la vita di una giovanissima.

In conclusione, correggo quanto detto da Erica Jong: “Il femminismo non è morto, i privilegi sono ancora nelle mani degli uomini”

Matilde Peduzzi, Gioventù Socialista Ticino