Galfetti sugli scudi e raddoppisti eurofili?

04.11.2015

di Andrea Ghisletta


La campagna per le elezioni federali è quasi finita e, ripensandoci, c’è un evento che ritengo utile riportare in ottica della nuova chiamata alle urne del 28 febbraio 2016, nella quale ci potremo esprimere sul futuro della mobilità attraverso il Gottardo.
È stata una serata piacevole e interessante, quella del dibattito sul raddoppio del Gottardo tenutasi a Mendrisio venerdì 2 ottobre. L’avvocato Renzo Galfetti ha letteralmente trainato la causa del No, tanto che l’aria in platea (la stessa che rende la regione del Mendrisiotto la più inquinata della Svizzera) si è dimostrata palesemente contraria al secondo tubo. È stata la sera in cui, al termine del dibattito, esponenti e simpatizzanti liberali hanno chiesto la parola per ringraziare i contrari per averli convinti a cambiare opinione. Io, sinceramente, una cosa così non l’avevo mai vista.
Tra i pungenti argomenti sollevati da Galfetti voglio citarne due, che a mio modo di vedere hanno fatto pendere l’ago della bilancia.
La questione della sicurezza. La doppia corsia in senso di marcia univoco (perché, non illudiamoci, dopo qualche tempo dall’eventuale costruzione del secondo tubo tutte le corsie verranno sfruttate) ha un grande problema. In caso di incidente, a differenza dalla doppia corsia con senso bidirezionale, impedisce la manovra più spontanea: girare l’auto e tornare indietro dalla corsia a sinistra, come fatto da molti nel tragico incidente del 2001.
La questione del risanamento/adattamento alle norme europee. È opinione dell’avvocato Galfetti che nelle 70 e passa pagine di rapporto sul “risanamento” della galleria del Gottardo, scritte in “politichese” estremo, sia stato inserito, in tutta segretezza, l’adattamento del tunnel (innalzamento della soletta intermedia, aumento della pendenza trasversale della carreggiata, canali separati per l’evacuazione) alle nuove norme dell’Unione europea! E che, senza questa operazione non necessaria al risanamento del tubo, costi e tempi si ridurrebbero drasticamente, così come successo in altri tunnel di paragonabile lunghezza. Per esempio l’Arlberg, galleria bidirezionale di 14 chilometri e quasi 10 mila transiti giornalieri che collega il Vorarlberg al Tirolo, è stata risanata per lavori paragonabili a quelli previsti al Gottardo. Altezza di 4,5 metri e pendenza del 2% sono state mantenute contro 6 soli mesi di chiusura e circa 150 milioni di spesa: una bella differenza!
Come ricordato durante il dibattito da Roberto Malacrida, la lobby degli autotrasportatori fu protagonista, in Cile, della caduta del governo Allende. Forse la lobby europea è decisa a fare lo sgambetto al popolo svizzero?