Terzo articolo: Decostruire la mascolonità tossica

14.12.2020 - Lisa Boscolo

Continuiamo nella riflessione attorno al sistema patriarcale. Questo sistema è fondato sulla dominazione che si è evoluto con il tempo e che si è cristallizzato nelle leggi, nelle istituzioni e nelle mentalità. Una dominazione che da anni movimenti femminili e femminsiti stanno decostruendo mettendosi in discussione come donne, mettendo in discussione i ruoli, i comportamenti, le regole, le leggi. Una lunga battaglia che coinvolge in prima linea chi la dominazione e la violenza la subisce. Una lunga battaglia che non è ancora finita. In essa si comincia a sentire l’esigenza di coinvolgere gli uomini. Questo non significa che gli uomini fino ad ora non hanno partecipato, anzi di femministi e solidali ce ne sono. Ma purtroppo non è abbastanza. Gli uomini vanno coinvolti senza colpevolizzarli e additarli, mettendo in discussione gli attributi della mascolinità tossica e dando spazio alla pluralità del maschile libera da stereotipi.

La mascolinità tossica è un concetto che indica come la mascolonità valorizzata nella nostra società spinge ad agire in maniera predominante predominante ed aggressiva in modo da ottenere rispetto, è un concetto che potrebbe essere originato dalla perpetrazione della cultura patriarcale.

Ma analizziamo meglio questo concetto ancora poco conosciuto.

Quando si parla di mascolinità tossica si fa riferimento a una serie di regole culturali sulla mascolinità che sono lesive per la società intera e per gli uomini stessi. È l'insieme degli stereotipi che definiscono gli uomini come esseri dominanti nella società. La mascolonità diventa tossica quando al maschile vengono imposti una serie di limiti e proibizioni che gli uomini non possono oltrepassare. Nel caso in cui vanno oltre questi limiti perdono il loro valore sociale, il loro rispetto e vengono discriminati. L’espressione di questi limiti la si vede nella messa in atto di comportamenti, specialemente quando si prescrive di non esprime le emozioni (“sii uomo non piangere” “sii uomo, si forte” ), in norme d’abbigliamento (“l’uomo non porta la gonna”), in parole (“sei una femminuccia”), in ateggiamenti (“tira fuori le palle”). Espressioni che appunto definiscono i ruoli di genere e rispecchiano gli stereotipi di quello che il maschile e il femminile devono fare (“l’uomo deve portate la pagnotta a casa e proteggere e la donna deve accudire i figli”). Modelli che ci vengono insegnati sin dalla nascita, con un forte sviluppo e una cristalizzazione nell’ adolescenza e che vengono poi concretizzati nell’età adulta.

La mascolinità tossica dunque definisce comportamenti offensivi e nocivi e atteggiamenti che vengono comunemente associati agli uomini. Atteggiamenti tossici che vengono giustificati anche dal fatto che continuano ad essere perpretati dagli uomini stessi. Questa tossicità ha evidenti conseguenze forti verso altri uomini, verso sé stessi, verso donne e persone non binarie (queer).

Le conseuguenze di questo concettto possono essere riassunte in tre ambiti.

Anzitutto si verificano derive di misoginia che sfociano in comportamenti violenti come abusi sessuali o femminicidi.

Dopodiché il fatto di reprimere le emozioni e giustificare i comportamenti aggresivi si rischia di causare delle ripercussioni psicologiche, tra cui depressione, stress e abuso di sostanze stupefacenti.

Per ultimo abbiamo lo sfociare in omofobia e transfobia. Si pensa che l'omosessualità si limiti a un’idea di femminilizzazione degli uomini e da qui può nascere un concetto di impossibilità per gli uomini di vivere il loro orientamento sessuale. All’origine dell’omofobia c’è infatti l’eterosessismo dettato dalla mascolinità tossica che impedisce al maschile di essere altro se non eterosessuale.

È dunque importante ammettere che questa costruzione sociale del genere maschile sia nociva perché permette di fomentare le strutture patrarcali. È nocivo perché fa male all’intera società, ma in particolare agli uomini stessi. Il metodo più efficiente per contrastare il modello è cambiare l’educazione. Accompagnamo i giovani uomini a comprendere che non hanno bisogno di essere conformi a stereotipi aggressivi e antichi della mascolinità. Educare per prevenire atteggiamenti violenti, problemi di salute mentale, suicidi, crimini di genere e violenza di ogni livello. Impegnamoci noi tutt*, uomini e donne e persone non binarie (queer), per costruire assieme una società basata sul rispetto, la parità e la libertà.

Lisa Boscolo